1550 m2 di intelligenza distribuita

L’innovazione tecnologica c’è sempre stata, da quando è comparso l’homo sapiens, tant’è che esiste un museo dell’innovazione tecnologica. Lo stesso strumento messo in mano ad un tedesco, ad un australiano o ad un italiano produce effetti diversi, solitamente a nostro vantaggio perché noi italiani possediamo il genio, l’inventiva ed il gusto del bello. È il fattore umano, che fa la differenza.
Le esigenze del mondo del lavoro e delle professioni stanno cambiando velocemente e la scuola deve adeguarsi alle necessità formative in concomitanza con l’evoluzione dei modelli produttivi ed etici. Occorre costituire un luogo privilegiato dove sperimentare attività tecniche e scientifiche, di grande valenza culturale e morale, anche socialmente utili, dove i giovani possano agire entro un modello alternativo a quello di essere considerati solo “adolescenti”.
La pratica, il metodo empirico, sono alla base del metodo induttivo, cioè di un approccio secondo il quale leggi e principi conoscitivi vengono assunti in seguito a un’esperienza empirica.

Omuncolo motorio e sensoriale.

A tale scopo, uno dei punti di forza dell’intero progetto sarà la costituzione di una Fondazione avente come obiettivo principale, oltre a quelli precipui, la partecipazione di tutte le migliori componenti del territorio: I.T.T. Montani di Fermo, Associazione ex allievi del Montani, Fondazione CariFermo, Regione Marche, Provincia di Fermo, Comuni della provincia di FM, MIUR, Camera di commercio di Fermo, Imprenditori ex allievi e non, privati cittadini.
Ciascuna diverrà inizialmente protagonista “adottando” uno o più dei 1550 m2 delle storiche strutture da risistemare e, successivamente, partecipando attivamente a tutta la vita della Fondazione.

Il progetto G.I. Lab è nato, nell’ambito del sistema Montani-MITI, per guardare al futuro. Riteniamo che per farlo abbiamo bisogno dell’innovazione globale, cioè dell’innovazione coinvolgente anche il fattore umano. E’ quest’ultimo, infatti, che trasforma i normali due occhi di tutti gli animali nei portentosi sei occhi propri del genere umano: due occhi del mondo fisico, due occhi della mente, due occhi dello spirito. Del resto, scienziati e poeti sono d’accordo nel sostenere che “Ciò che vediamo è ciò che pensiamo … ma ciò che pensiamo non è mai ciò che vediamo“.

I portentosi sei occhi del genere umano.

Con i due occhi del mondo fisico guardiamo gli strumenti e gli apparati, le loro applicazioni e produzioni. Diamo origine al cosiddetto pensiero calcolante, una parte del quale è ottenuta anche mediante il massiccio inserimento delle aziende all’interno di ogni aspetto dei laboratori, sia nell’ambito  organizzativo che di modelli mentali, che favorisce la riflessione continua e il chiarirsi degli obiettivi che vogliamo raggiungere.

Con i due occhi della mente ci apriamo al pensiero sistemico, quello che cambia le mentalità per trasformare la scuola in un’organizzazione che apprende, dotata di intelligenza distribuita e che preserva la conoscenza. Tale conoscenza non può essere preservata solo nelle menti dei singoli membri, se non vogliamo correre il rischio che vada persa quando gli individui abbandonano l’organizzazione. In tal senso la conoscenza tacita degli individui dovrà essere trasformata in conoscenza esplicita dell’organizzazione. L’apprendimento organizzativo si verifica quando gli individui all’interno di un’organizzazione sperimentano una situazione problematica e, nell’interesse dell’organizzazione, la indagano. La scuola che educa, a differenza della scuola che insegna tecniche e nozioni, è quanto c’è di più vicino ad un’organizzazione che apprende. Occorre passare dal problem solving al problem raising (inventare e sollevare problemi). Affiancare al pensiero calcolante  (razionalità uguale efficienza; funziona dunque va bene, per cui le altre sono sciocchezze), il pensiero questionante.

Con i due occhi dello spirito scopriamo le emozioni, le passioni e la padronanza personale per imparare ad aumentare la nostra capacità di raggiungere i risultati che più desideriamo e costruire ambienti in cui tutti i membri (studenti, docenti, ex allievi) sono incoraggiati a sviluppare se stessi e gli scopi che si sono prefissati.

Abbiamo pensato di affiancare alla parte museale esistente (il MITI = Museo dell’Innovazione e della Tecnica Industriale), quattro laboratori collegati da uno speciale corridoio trasparente che permetta gli spostamenti. I quattro laboratori sono:

  • L’Atomic Lab. Laboratorio di Elettronica, Elettrotecnica, Informatica, Telecomunicazioni; così denominato perché il trasporto dell’energia e delle informazioni avviene attraverso l’elettricità, e quindi a livello atomico.
  • Il Molecular Lab. Laboratorio di Chimica, Biotecnologie, Agraria; così denominato perché tali indirizzi sono accomunati dallo studio delle molecole (atomi legati dal legame chimico).
  • Il Wind Lab. Laboratorio di Meccanica, Meccatronica e Energia, Trasporti e logistica; così denominato dato che a tali indirizzi solitamente associamo il movimento, e quindi il vento ad esso associato.
  • Il Materic Lab.  Laboratorio di Fonderia, Fucinatura, ecc. così denominato poichè opera direttamente sulla materia e sui manufatti.

Materiale da scaricare: